La risposta al mondo cambiato non può consistere in un adattamento al pensiero rapido, alle pretese di un’economia e di una tecnologia che chiedono soltanto di ‘correre’; servirebbe piuttosto la messa in opera di un pensiero ‘lento’ e problematico, disposto a intervenire criticamente sul quadro globale…Per la formazione del cittadino, anche in funzione del suo futuro ingresso nel mondo del lavoro, si dovrà fuggire al richiamo della facilità e della leggerezza, delle soluzioni rapide, della coincidenza tra ambienti di studio e ambienti di consumo quotidiano: alla produttività del problem solving e del personal learning, all’illusoria condivisione garantita dagli aggeggi tecnologici, all’entusiasmante agevolezza del prendere e lasciare, sarà da opporre la difficile interrogazione con il corpo organico delle discipline, la coscienza della loro distanza e della problematicità dei risultati, la resistenza della realtà.
(G. Ferroni - La scuola impossibile - 2015)